I NUOVI SCENARI ( anche per l'arte) DOPO LA RESISTENZA
ai tempi del coronavirus
 
In questo tempo sospeso anche per i nostri laboratori di danzaterapia e artiterapie, voglio che rimangano delle riflessioni. Nel frattempo con le persone interessate alla danzaterapia ed ai suoi effetti di sostegno psicofisico in questo periodo, ho continuato a mantenere il contatto con un gruppo numeroso di persone a cui ho inviato la musica e sincronicamente ci siamo trovati a danzare su quelle note, nello stesso giorno e ora, in modo da creare un campo morfo-energetico di Luce e di Forza.
Nei tempi della  lontananza fra le persone, ci siamo aggrappati alla tecnologia, alle connessioni tramite essa possibili, piccole ancore di salvezza, strumenti freddi, che creano spesso anche  confusioni mentali o meglio decentrano la nostra mente attraverso i continui messaggi mediatici. Riceviamo una quantità eccessiva di informazioni che  annebbiano la mente, danno luogo a fraintendimenti e in alcune occasioni amplificano il vuoto affettivo, per la mancanza di relazioni sociali, che stiamo cercando di non sentire.
Ecco che in questo contesto è facile “perdere la testa”, perchè  la mente è messa a dura prova, mentre la corporeità e tutte le attività connesse sono sacrificate, addirittura proibite. Così prevalgono emozioni come  paure ataviche, legate alla sopravvivenza ed agli attaccamenti, la diffidenza, l'ansia, l'inquietudine, l'instabilità  del ritmo sonno-veglia che porta all'amplificazione di intuizioni e di energie sottili di mondi non visibili (conseguenza questa che non è negativa).
Per quel che riguarda la paura per la sopravvivenza e le conseguenze materiali ed economiche di questo periodo di pandemia,  purtroppo si accentueranno ancora di più le diseguaglianze sociali e vi sarà la necessità di prendersi tutti delle responsabilità per il bene collettivo. Si dovrà superare l'atteggiamento della paura  per la sopravvivenza individuale, cercarndo di unire le forze, e non perdersi in conflitti inutili ,focalizzandole in impegni comuni per noi umani e per il nostro pianeta.
 
Siamo messi a dura prova nel mantenere i nervi saldi, la mente inizia a vacillare, dubitando dei confini tra il sé ed il mondo fuori di sé, in quanto sono limitate le relazioni sociali. Emergono maggiormente come degli iceberg  le dipendenze affettive, da sostanze o da qualsiasi altro surrogato con cui viene riempito quel vuoto interiore, che può essere sanato solo con un grande amore verso se stessi ed il proprio bambino interiore.
Nel contempo si rafforzano amicizie, si riprendono vecchie relazioni o se ne instaurano di nuove, attraverso la comunicazione verbale telefonica o della scrittura, si aprono nuovi scenari relazionali,  anche attraverso una sana ironia ed  autoironia che ci salva, trattando  con più distacco le nostre paure. Mai come ora sentiamo  il valore degli amici quelli veri e di relazioni sane (anche di coppia). Ciò che non ci corrisponde adesso verrà spazzato via, perché abbiamo bisogno di coerenza, di radici su cui ri-crescere.
L'altro, nella sua assenza corporea, diventa una presenza interiore, non emozione incontrollata, ma sentimento di riferimento e stabilità. Non possiamo negare che oltre ad essere umani in carne d ossa, possediamo anche una parte più intima e misteriosa , che è il mondo psichico e spirituale, dove non contano le distanze spazio temporali  corporee, dove TUTTI siamo UNO.
Tornando al discorso della comunicazione relazionale, sicuramente in questo periodo è più utilizzata la comunicazione scritta e verbale, rispetto i linguaggi non verbali e artistici, tema quest'ultimo a cui  tengo molto. Il linguaggio del corpo, della danza ed il linguaggio dell'arte, che sono linguaggi universali, devono trovare, come del resto stanno facendo, nuovi canali per esprimersi ed essere divulgati, anche se sappiamo che l'arte, come alcuni sentimenti ed emozioni, sopravvivono al di là del tempo e dello spazio, mantenedo la loro vera essenza e significato.
 
Quello che è importante  in questo periodo è riprendere contatto con il proprio corpo  fisico, che a sua volta muoverà anche quello mentale e spirituale: partire dal muovere il corpo, scuoterlo, danzare per rifare circolare energia vitale e psichica.
Stanno inoltre arrivando dopo due mesi  i passi successivi : l'incontro con gli altri umani, la ripresa delle attività e ci sarà da  ridefinire i confini fra le persone (come non bastassero la definizione di confini fra i vari territori ed i muri costruiti). Saranno definiti gli spazi per la sicurezza e gli spazi di libertà, di cui abbiamo bisogno dopo questa costrizione, che non è detto ci corrispondano rispetto a quelli imposti.
Sarà una nuova scoperta tornare a contatto con la natura e con gli altri  umani, ponendo attenzione alle diverse percezioni dei sensi: olfattive, visive, uditive e gradualmente quelle tattili. Vorrà dire reimpostare la vita in questo mondo, con gli altri e su questa Terra.
 
Un pensiero e tanta gratitudine agli anziani che se ne sono andati in queste settimane,  ma in questi ultimi decenni la nostra società occidentale produttiva e consumistica li ha sempre più relegati, allontanati. Non abbiamo dato spazio alla lentezza ed alla saggezza che può trasmettere un anziano. Ci auguriamo però che questo vuoto che ci lasciano  serva a lasciare il posto ad un rinnovamento, a nuovi sogni e ad una nuova visione.
Dagli insegnamenti delle culture tradizionali, antiche e sciamaniche ricordo che  prima di rinascere bisogna un po' morire, attraverso dei riti di passaggio, lasciare andare illusioni e false credenze.
 
Auguriamoci quindi che nonostante le molte contraddizioni ed ambivalenze, nonostante le emozioni attuali che vanno dalla rabbia, all'impotenza, troviamo spazio per  aspetti interiori costruttivi che favoriscano la ripresa ed il rinnovamento: parole che  confortano, sorrisi, arte, musica, danza e meditazione, per sognare e attualizzare  nuovi scenari in questo mondo. Ci ritroveremo presto nella natura, sui prati o in nuovi spazi aperti per riprendere celebrare con la danza.
 
Natalina Susat
 
21 aprile 2020